Strasburgo, 1952. Le luci si accendono, i posti si riempiono, le sovranità nazionali europee si preparano ad essere sottoposte per la prima volta all’interesse comune. Esordisce la Comunità europea del carbone e dell’acciaio. Nasce il concetto di Europa unita. Sei i Paesi presenti: Germania, Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi. Presiede Jean Monnet: «La nostra missione è stabilire e mantenere le condizioni nelle quali la produzione possa svilupparsi per il migliore vantaggio comune». E chiarisce: «Gli interessi vitali della Germania e della Francia dipendono da una Autorità che non è piu né tedesca né francese, ma europea». Per la prima volta le relazioni tradizionali tra Stati sono trasformate. Quelli che un tempo erano motivi di guerra in Europa sembrano ora appianati. Applausi. Svolta. Epopea.

Settantasette posti in aula sono occupati da uomini. Il settantottesimo no. C’è una donna, l’unica presente alla prima riunione della Ceca. Si chiama Margaretha Albertina Maria Klompé, detta Marga. Nata il 16 agosto 1912 ad Arnhem, Paesi Bassi, seconda di cinque figli concepiti da Johannes Klompé, proprietario di una cartoleria, e Ursula Verdang, immigrata tedesca. Quando il padre si ammala e la famiglia cade in povertà, Marga non demorde: consegue la laurea magistrale nel 1937 presso l’università di Utrecht, nel frattempo insegna chimica e fisica nella scuola superiore femminile Mater Dei di Nimega e nel 1941 ottiene un dottorato di ricerca in matematica e fisica. Vorrebbe studiare medicina, ma l’inizio della Seconda guerra mondiale glielo impedisce. E allora Marga aderisce alle idee. Pacifiste, cattoliche, europeiste. Combatte il nazismo, protesta, fa la resistenza, diventa messaggera per il governo nazionale. Politica umana e sociale. Una passione che resta nel dopoguerra, si mescola alla vita personale, all’insegnamento e ai ricordi umilianti della povertà.

Nel 1948 Marga presta giuramento al parlamento dei Paesi Bassi come membro del Partito popolare cattolico. Partecipa alla delegazione nazionale presso le Nazioni Unite e alla terza commissione dell’Assemblea generale si occupa di diritti umani e questioni umanitarie. Qui viene coinvolta nella stesura della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Riduzione della povertà, garanzia dell’istruzione, reddito di base, eguaglianza di genere, integrazione europea. Battaglie apartitiche profondamente politiche. Di tutto questo Marga si fa rappresentante nel mondo e, dal 1952, nel Vecchio Continente. Perché convinta che «l’Europa ha un compito enorme da svolgere nel mondo e deve garantire di continuare a essere un partner potente ed efficace nella cooperazione atlantica. Più che mai, la situazione politica ci impone di essere fermi, realistici e idealisti», sostiene in uno dei suoi interventi.

Nel 1955, insieme a un gruppo di lavoro, Marga è incaricata di migliorare l’attuazione della Ceca e ampliarne i poteri. Obiettivo: creare un mercato unico che vada oltre carbone e acciaio. Perché, riprendendo Klompé, «la Comunità non può applicare una nuova politica isolazionista» e «spera di lavorare per un’Europa unita più forte e consapevole del suo patrimonio comune».

Marga avvia ma poi lascia: i Paesi Bassi chiamano. Nel 1956 viene nominata ministro degli Affari sociali nel governo Dress. È la prima donna a diventare ministro nel Paese: sostituisce la legge sulla povertà con una nuova legge sull’assistenza generale per rafforzare il ruolo dello Stato, promuove leggi a favore di anziani e nomadi. Ci sarà spazio anche per l’istruzione, come dimostra il ruolo di ministro della Cultura avviato nel 1966 e concluso cinque anni dopo. Proprio nel 1971 ottiene il titolo di ministro dello Stato, alto riconoscimento per i politici olandesi conferito al termine della carriera. Sì, perché dopo ventitré anni l’esperienza politica di Marga s’interrompe. Ne inizia una sociale che, fra le tante cose, la porterà a fondare l’Unione delle laureate cattoliche e del servizio di volontariato delle donne cattoliche e ad essere nominata da Papa Paolo VI presidente della commissione nazionale dei Paesi Bassi per la giustizia e la pace.

Sono passati settant’anni dalla prima riunione di Strasburgo del 1952. Oggi la Ceca non esiste più. Eppure, l’Europa ha lo stesso problema di ieri: l’energia. Quindi inflazione. Disgregazione. Povertà. Temi che hanno segnato la (stra)ordinaria vita sociale e politica di Marga Klompé, morta il 28 ottobre 1986 all’Aja, citata come «pioniera dell’Europa» dalla Commissione europea in un documento che la accosta a personaggi del calibro di Jean Monnet, Konrad Adenauer, Alcide de Gasperi e Winston Churchill.

L’Osservatore Romano – 21/10/2022