Dopo il summit parigino, convocato ieri dal presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron per discutere il ruolo dell’Europa nel negoziato per la pace in Ucraina, in cui gli otto Stati europei partecipanti non sono riusciti a trovare soluzioni comuni, le attenzioni sono concentrate sul vertice tra Stati Uniti e Russia, svoltosi questa mattina in Arabia Saudita, alla presenza del segretario di Stato americano Marco Rubio e del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. Secondo il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov, gli incontri, durati quattro ore e mezzo, «sono andati bene», ma i negoziati sull’Ucraina inizieranno «a tempo debito». Dopo aver accolto con favore questo «primo importante passo, il dipartimento di Stato Usa ha fatto sapere di aver concordato un «meccanismo di consultazione per affrontare gli elementi irritanti nelle relazioni tra Usa e Russia».
In attesa di spiragli di pace, l’Unione europea (Ue) dovrebbe interrogarsi sul perché non riesca a giocare un ruolo da protagonista in questa partita. Una domanda che di fatto rimanda a questioni di fondo ancora irrisolte. A partire da cosa è davvero l’Ue: un’unione economica e monetaria, oppure anche politica e istituzionale?
Se la crisi della direzione politica sembra un fenomeno sempre più universale, essa diventa ancor più centrale in una struttura come l’Ue dove pesa l’assenza di una Costituzione comune cui fare riferimento. Un simile vuoto lascia ampio spazio a incertezza, sia all’interno delle istituzioni europee e gli Stati membri, sia nei rapporti con gli Stati esteri.
Cercare insieme una risposta a questa prima domanda, valorizzando gli aspetti in comune che ci sono e sono storici, culturali e politici, scavando nelle differenze tra membri per poi risolverle, è necessario soprattutto oggi, di fronte alle sfide enormi di questo cambiamento d’epoca e mentre uno storico alleato dell’Europa, gli Stati Uniti, sembra intenzionato ad allontanarsi dal Vecchio Continente. Da qui, un’altra domanda: cosa può offrire l’Europa agli Stati Uniti? La risposta potrebbe concentrarsi su almeno due aspetti. Il commercio bilaterale tra Ue e Usa nel 2024 è ammontato a 975 miliardi di dollari. Nel 2023 gli Usa sono stati il principale partner per le esportazioni di merci europee e il secondo partner per le importazioni. Oltre all’aspetto economico, c’è quello strategico: un’America in difficoltà sul piano interno e alle prese con molteplici teatri — dall’Indo-Pacifico al Medio Oriente — ha bisogno di alleati capaci di assumersi compiti precisi, volti a stabilizzare aree importanti ma ritenute al momento secondarie come, ad esempio, il Mediterraneo e l’Africa.
Di fronte a un ipotetico, lento ritiro delle truppe americane dal suolo europeo, un rafforzamento del controllo geografico sarebbe, secondo molti, necessario. Cosa significherebbe perdere parte della presenza militare americana dal suolo europeo? Diventare più vulnerabili alle minacce esterne, dato che il Pentagono impiega oltre 60.000 militari e 37 basi in Europa, oppure avvertire concretamente l’esigenza di dotarsi di una politica estera e di difesa comune?
In sostanza, se l’atteggiamento di Trump verso gli alleati potrà trasformarsi in un’opportunità di crescita e maturazione per il futuro dell’Europa, lo si capirà anche su come questa riuscirà a inserirsi nei negoziati di pace sull’Ucraina, principale vittima non solo militare ma anche istituzionale della guerra, in quanto esclusa, finora, dal tavolo negoziale aperto da Usa e Russia. L’Ue non può certo dimenticare quanto fatto finora dal 24 febbraio 2022 in termini di aiuti a Kyiv — il sostegno ammonta a oltre 134 miliardi di euro — e di sanzioni a Mosca. Ma ora sta pagando l’assenza di iniziativa diplomatica di questi tre anni. Il vertice di ieri, cui ha partecipato anche il premier britannico Keir Starmer, è stato il primo tentativo, per alcuni tardivo, di recuperare su questo terreno. Non sarà facile, come dimostra l’esito, ma è indispensabile trovare una voce — una voce comune — che sia autorevole e in grado di farsi ascoltare.
L’Osservatore Romano – 18/2/2025